Abbiamo anticipato, seppur di poco, le nuove indicazioni nazionali per il curricolo del primo ciclo d’istruzione che prevedono nella disciplina Tecnologia tra gli obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado proprio “programmare ambienti informatici e elaborare semplici istruzioni per controllare il comportamento di un robot”.
Il percorso didattico oggetto di questo progetto, sostenuto dal Dirigente Scolastico sin dall’ideazione, nasce non solo per insegnare la robotica agli studenti, ma per appassionarli allo studio delle discipline tecnico-scientifiche, per utilizzare un nuovo strumento per insegnare e per apprendere nuove strategie per imparare. Ci siamo infatti posti diversi obiettivi, come coinvolgere gli alunni nello studio delle materie scientifiche e tecnologiche nell’ottica dell’imparando-facendo, favorire l’integrazione fra alunni di diverse origini culturali, sensibilizzare gli alunni su temi etici riguardanti l’utilizzo dei robot nella vita dell’uomo, costruire condizioni di apprendimento contestuale e problematico (problem solving), stimolare la capacità di apprendimento attraverso il recupero dell’errore, stimolare la curiosità e il desiderio di indagare su fenomeni reali mediante, dispositivi meccanici e logici, costruiti dagli stessi studenti.
Il laboratorio di robotica nasce nell’a.s. 2012/2013 come attività pomeridiana e ha visto coinvolti 24 alunni provenienti dalle classi terze. Le adesioni sono state tante e la scelta di chi potesse partecipare è stata chiara sin dalla prima presentazione del progetto alle classi, unico criterio di scelta l’impegno in tutte le discipline scolastiche.
Il progetto pilota ha dato ottimi risultati tanto da decidere, a partire dall’a.s. 2013/2014, di svolgere parte del percorso in orario curricolare in modo tale da coinvolgere tutti gli alunni delle classi terze. Anche questa volta sarà l’impegno dimostrato dagli alunni nel I quadrimestre a dare ad un gruppo di loro la possibilità di approfondire lo studio della robotica in un laboratorio pomeridiano.
prof. Giuseppe SARDO